DRAMMATICO – DURATA 131′ – ITALIA
Italia, 1860. Uno dei momenti storici più importanti della storia del nostro paese, quella della battaglia dei Mille, i soldati dalle camicie rosse di Garibaldi. Partendo da Quarto, Giuseppe Garibaldi e le sue truppe, composte di giovani da tutta l’Italia per combattere al suo comando, marciano per unificare l’Italia. Al suo comando c’è anche un Colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini…
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E’ indecente che nel 2025, con la possibilta’ di reperire in rete fonti e documenti dell’epoca, si continui a mistificare l’invasione del Regno d Napoli con “l’unita’ d’Italia” e a celebrare Garibaldi come un eroe e grande stratega quando non ha combattuto nessuna vera battaglia, agevolato dai corrotti comandanti dei battaglioni borbonici oltre depredato il Regio Banco di Sicilia,
Cmq, turandomi il naso, ho questo film fine alla fine e, a parte un timido ma ambiguo tentativo di rappresentare le realta’ con una breve scena della fine della battaglia di Calatafimi, il film rappresenta la versione propagandistica che ancora oggi ci viene propinata anche nei libri di scuola.
Quindi, nonostante il film a livello tecnico sia ben realizzato e ben recitato, non posso che stroncarlo.
Difatti concordo, ma come si fa, ancora e ancora..non si riesce a dire la verità neanche dopo tutto questo tempo, ancora fanno studiare queste menzogne..
Le guerre le raccontano i vincitori e la scrivono come meglio gli conviene..grazie del tuo commento..
nel complesso il film è sufficiente, ma delude tanto, rovinano il film la presenza di ficarra e picone che ricordano franco e ciccio con una comicità buzza e di seconda mano, i due non c’entrano niente col film come la nutella sui maccheroni, bravo servillo, la più grande pecca del film è il non essere né storico (tradisce molti fatti storici) né comico, che c’entra la comicità nel raccontare la Storia? Andò ci ha provato e secondo me ha fallito
Ottimo film ,ottima l’ interpretazione di ficarra e picone ,ed ottimo Servillo,
Ambientato,nell’ unita d’ Italia ,ma con riferimento ai giorni nostri
Il duo ,oltre al comico , vestono pur bene i panni tragicomici ,mai noiosi ,,se pur a volte scontati ,un film che si segue volentieri senza pretese ,un voto piu che positivo
Sempre grazie a cb01
Forse perché mi aspetto sempre poco dai film italiani che devo ammettere questo film mi ha piacevolmente sorpreso , consigliatissimo.
Come sempre ringrazio cb01
Mi è piaciuta l’idea e la realizzazione, due furfantelli che danno il pretesto a una ricostruzione storica e poco conosciuta sulla conquista di Palermo da parte dei Garibaldini. Ogni guerra o rivoluzione nasconde una illusione, il limite degli ideali, la riflessione è quanto ne valga la pena finché a fare opinione saranno gli imbonitori. “Povera Italia, che abbaglio”
finalmente un lavoro eccellente.
Il film non mi è per nulla dispiaciuto. La trama è carina e lo si guarda sorridendo, a volte amaramente. Ci sono dei rimandi, secondo me; ad esempio il duo Ficarra e Picone che si “sacrifica” ricorda la scena de La grande guerra, con Sordi e Gassman, anche se con esiti diversi, anche qualitativi. Per il resto, rispetto a La stranezza, il livello, sempre secondo me, è sceso, sia nella costruzione della storia che nella sua sostanza. Buon film, anche se l’attesa è stata più del risultato.
Carino, si fa guardare fino alla fine
Picarra e Ficone che recitano in un film storico di Roberto Andò non sono Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che recitano in una pellicola visionaria di Fellini come ho sentito dire a qualcuno.
Per il resto film godibile ma con una vagonata di sospensione dell’incredulità, non tanto per il punto di vista della storia quanto per la “recitazione” del duo comico.
Mi è piaciuto. Era da tanto che in Italia non si produceva un film storico con un tale sforzo produttivo. Accuratissimi i costumi. Ficarra e Picone fanno meno ridere del solito, si capisce che cercano di affrancarsi dal ruolo di semplici comici. Un po’ monocorde Servillo. Bravo, ma ormai è una certezza, Tommaso Ragno. Intorno a loro alcuni dei migliori interpreti siciliani del nostro cinema come Filippo Luna, Vincenzo Pirrotta e Aurora Quattrocchi.Operazione meno sorprendente del precedente “La Stranezza”, ma comunque riuscita: bene così, Roberto Andò.